Postazione Monte Corno (Vicenza)


Monte Corno ospita una struttura creata dalla sezione A.R.I. di Vicenza con numerosi ponti ripetitori sia in fonia che digitali

Il nodo è curato da IW3FQG Marco e I3KUH Tullio


RADIOAMATORI ieri e oggi

Siamo ormai gli inizi XXI secolo e ogni giorno che passa nuove tecnologie si affiancano alla nostra vita quotidiana.
Anche se qualcuno non se ne rende conto, l’ultimo secolo e stata (è sarà sempre di più ) una continua ed immensa rivoluzione per il genere umano in particolare per quanto riguarda le comunicazioni.
Tutto è partito con qualche idea, verso la metà dell’ottocento, poi supportata sempre di più da tecnologie elettriche, elettroniche e alla fine informatiche.
Verne aveva previsto il concetto dei satelliti artificiali, Meucci, più avanti inventò il telefono e finalmente la scoperta decisiva, ad opera di Guglielmo Marconi che a soli 21 anni, alla fine dell’estate del 1885 riesce a sperimentare una trasmissione senza fili sulla distanza di quasi 3 Km. con una collina in mezzo come ostacolo. Questo come inizio: in soli sette anni arrivò a 3000Km, e poi sempre oltre.
Parole, suoni, immagini si trasmisero prima sul filo poi nell’etere attraverso la radio, fino a percorrere l’intero suolo terrestre in frazioni di secondo e il sistema solare in decine di minuti,annullando i vincoli delle distanze e dei popoli, e aprendo degli orizzonti impensati al genere umano.
L’opera di Marconi fu essenziale perché permise di eliminare la schiavitù del filo, ostacolo totale nelle comunicazioni fra terra e mezzi mobili, tra punti fissi sulla terra dove i costi di passare cavi sarebbero stati esorbitanti se non impossibili, e in particolare nelle comunicazioni terra-spazio.
Negli anni sessanta l’uomo riuscì a mettere piede sulla luna: questo non sarebbe stato assolutamente possibile senza un’adeguata assistenza radio da terra, e senza il collegamento tra computer di bordo e quello a terra.
Pensate inoltre a tutti i satelliti spediti nel sistema solare che tuttora continuano a fornirci immagini e dati sui pianeti e su cose che altrimenti l’uomo ignorerebbe. Vi ricordate, ad esempio, come solo pochi anni fa un giocattolino di nome PathFinder ha cominciato a gironzolare per Marte, teleguidato alla distanza di ben 60 milioni di kilometri, scattando fotografie a livello di dettaglio delle vostre unghie…. e il tutto veniva piano piano ritrasmesso verso terra attraverso un punto d’appoggio in orbita attorno a Marte.
A questo punto…. come si inseriscono i RADIOAMATORI nell’era marconiana e spaziale e soprattutto chi sono?
Sono dei Pionieri per la loro grande opera di sperimentazione che dai primi del ‘900 hanno contribuito a portare avanti, data la loro passione per le radiocomunicazioni.
Prima, attraverso le frequenze più basse, con i collegamenti tra tutti i punti del globo sfruttando la propagazione ionosferica, ovvero la continua riflessione del segnale tra lo strato della ionosfera e la terra che gli permette di avanzare a balzi nonostante la curvatura terrestre e di fare il giro del globo.
Poi, con i primi satelliti artificiali, inizia l’epoca della ricezione dei dati telemetrici dei satelliti (ovvero che indicano le condizioni operative del satellite, ad esempio temperatura, carica delle batterie..) e, in seguito, delle cartine meteorologiche che i satelliti nel passaggio spedivano.
E ancora più avanti dagli anni 70 in poi, con la possibilità di collegamenti intercontinentali usando il satellite come ponte che ‘vede’ entrambi i corrispondenti (per frequenze molto più elevate che non rimbalzano sulla ionosfera, che altrimenti sfuggirebbero nello spazio)….. con apparati radio e satelliti progettati e costruiti da radioamatori.
Guarda caso in questi ultimi tempi si parla proprio di ‘telefono cellulare’ esteso a tutto il mondo, che chiaramente sfrutterà la sua brava rete di satelliti.
Ma oggi come oggi? Attualmente il radioamatore possiede sempre più apparati radio commerciali e spesso si limita a usufruirne , costruendo le sole antenne o solo alcune parti della sua stazione.
Quindi l’autocostruzione è diminuita, ma spesso la manualità, e lo spirito di sperimentazione a scopo gratuito, per diletto e per mettere in comune le proprio piccole scoperte, sono rimasti intatti.
Egli si avvale così di decine di maestri e allievi incontrati nell’etere e uniti dalla passione della radio. Apprende e trasmette ad altri il patrimonio delle sue conoscenze teorico pratiche che non si imparano sui libri, che si fanno sulla propria pelle, esperienze che gli saranno utili anche nel lavoro.
Ha anche una utilità sociale quando partecipa, ad esempio con la protezione civile, a mantenere le comunicazioni con zone isolate.
Oppure nei vari servizi radio di supporto a manifestazioni: ad esempio il Rally di Bassano (Vicenza) richiede ogni anno la presenza di una trentina di radioamatori divisi in varie stazioni dislocate all’inizio, alla fine e a vari intermedi di ciascuna prova speciale, che mettono in piedi una struttura di radiocomunicazioni che comunica tempi, mancati passaggi di macchine, richieste di soccorso, ordini per le autoambulanze e i vari carri attrezzi sparsi per i soccorsi…. in qualsiasi condizione di tempo, dislocazione geografica, ostacoli vari tra le stazioni.
Negli ultimi anni il servizio si è arricchito anche di telecamera e trasmissioni radiotelevisive in tempo reale degli arrivi delle macchine dai traguardi per gli inizi gara.
Il tutto con apparecchiature in parte autocostruite, in parte commerciali, ma utilizzate e installate secondo precise esperienze e competenze personali.
Dimenticavo: se qualcuno ha visto il film Indipendence Day, si ricorderà che alla fine quando tutti i mezzi di comunicazione erano stati distrutti, erano rimasti solo i radioamatori con il loro bravo tasto morse a salvare la situazione per coordinare l’attacco terrestre: e vi garantisco che, senza nulla togliere al resto, quella era una delle poche cose realistiche dell’intero film!

IW3HER Lorenzo